Il fantastico Registro delle Opposizioni e la sua manifesta inutilità
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“Stronzate burocratiche!”
Era questa la frase con cui un mio zio liquidava ogni tassa, balzello, bolletta o bollettino che gli arrivava per posta. Dopo una breve ricerca degli occhiali abilmente dimenticati da qualche parte, arricciava gli occhi e avvicinava la busta davanti al naso, tentando di indovinarne il contenuto al tatto; una volta aperta e lette le prime righe, nel giro di pochi secondi veniva fatta a pezzi al grido di “Stronzate burocratiche!”, tra le risate dei parenti che già conoscevano il finale della scena.
Pur avendo avuto un così valido maestro, e avendo acquisito un’esperienza pluriennale nel settore “stronzate burocratiche” grazie a tasse, 730, burocrazia universitaria ed iscrizione obbligatoria all’inutilissima Almalaurea, devo ammettere che c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare.
Come i miei fedelissimi lettori sapranno, ultimamente dei simpatici operatori/trici mi stressano con chiamate sul cellulare e sul fisso per propormi abbonamenti o promozioni; almeno 2-3 chiamate a settimana sul cellulare, più una chiamata al giorno da numero riservato sul cordless di casa. Senza fare nomi, si tratta di Fastweb, TeleTu (ex TeleBue, ehm, TeleDue) e Vodafone. Ultimamente sono anche più insistenti, il sano e genuino vaffanculo non sortisce alcun effetto, prima di andarci ti trattengono per sapere perché ce li hai mandati (!) e qual è la tariffa che hai con il tuo attuale gestore.
Mentre sto poltrendo sul divano, stremato dal caldo, dalle zanzare e dalle telefonate moleste, mi passa davanti lo spot del “Registro delle opposizioni”, quello in cui c’è un idiota pelato vestito di rosso che fa “driin driin driiiiin” mentre il suo amico pirla di fianco ti spiega che iscrivendoti al magico registro puoi porre fine alle telefonate indesiderate.
Mi collego subito al sito e vado a leggere di cosa si tratta. Ti spiegano che in Italia il legislatore ha scelto il sistema dell’opt-out: tradotto, vuol dire che di base i vari gestori telefonici sono autorizzati a romperti i coglioni, ma siccome sono magnanimi ti concedono di opporti (a differenza del più logico opt-in, dove sei tu che devi autorizzarli a contattarti).
In ogni caso decido di provarci, compilo il modulino di adesione e mi appare il seguente messaggio:
“Non è possibile procedere con l’operazione richiesta in quanto la numerazione non risulta presente negli elenchi pubblici aggiornati: si ricorda che il servizio è riservato agli abbonati che hanno dato il consenso all’inserimento della propria utenza telefonica negli elenchi pubblici.”
Spulciando le FAQ si scopre che:
– il servizio vale solo per numeri presenti negli elenchi pubblici (alzino la mano quanti hanno messo il proprio numero di cellulare su un elenco pubblico), quindi il tuo gestore o altri operatori che riescono ad avere il tuo numero da altre fonti possono tranquillamente continuare a romperti le balle; nel mio caso Fastweb ha il mio cellulare lasciato a suo tempo per prendere appuntamento per l’attivazione della linea di casa, e lo sfrutta per tartassarmi nella speranza di convincermi a passare a Fastweb Mobile;
– il servizio non copre il caso in cui tu abbia prestato un qualche consenso all’uso del tuo numero, in pratica i check obbligatori al consenso sul trattamento dei dati personali, obbligatori nella stipula di più o meno qualunque contratto;
– in aggiunta, molti operatori e agenzie di telemarketing hanno accesso a dei vecchi database di numerazioni creati prima che iniziasse la regolamentazione del settore (prima del 2005), quindi chi come me ha lo stesso numero dal 2001 risulta già fregato in partenza.
Quindi, a che serve sto registro? Opposizioni de che? Che vor dì?
Come direbbe la mitica Sora Lella, “Vor dì che te la piji nder culo”.
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